Musicista

Nato a Finale il 3 dicembre 1708 da Francesco Antonio e da Francesca Castellari, risulta aver frequentato la "Schola Doctrinae Christianae" presso la chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Finale. Suo pro-zio fu Giovanni Battista Gigli, altro musicista finalese di qualche notorietà alle dipendenze del Granduca di Toscana e poi di quello di Modena dal 1669 al 1689. Nella sua formazione musicale è probabile abbia avuto un qualche ruolo Francesco Buoni, organista presso la confraternita della Buona Morte dal 1714 al 1724. Il Tiraboschi (notizia ripresa poi anche da Baldoni) sostiene che tra i suoi primi insegnanti fosse anche Antonio Toselli, violoncellista carpigiano che dal 1724 al 1730 fu organista e maestro di musica presso l'Accademia del SS.mo Rosario, in realtà avrebbe potuto trattarsi anche del bolognese Giuseppe Toselli, organista della Buona Morte dopo Buoni. A proposito della formazione musicale di Gigli - come ricorda Luca Colombini nel suo scritto sul musicista finalese, raccolto negli atti del convegno "Accademia de' Fluttuanti" - "da non tralasciare infine la figura di maggior spicco nel panorama musicale finalese, cioè don Pietro Sivieri, prolifico compositore, organista, accademico filarmonico di Bologna col grado più alto di compositore, che ricoprì la carica di maestro di musica presso l'Accademia della Buona Morte dal 1727 al 1747.
La famiglia di Innocenzo era agiata e benestante, ebbe casa prima in via S. Anna poi in via dei Mulini, dove egli trascorse parte della sua giovinezza. Ordinato sub-diacono nel 1729, diacono nel 1730 e infine sacerdote, a Modena, nel dicembre 1731, l'anno successivo si trasferisce nella capitale del Ducato, dove ha come maestro Antonio Maria Pacchioni. Tornato a Finale come cappellano e maestro di musica nella Chiesa del SS. Rosario, viene richiamato a Modena nel 1738, alla morte del Pacchioni, prima come organista nella Chiesa del Voto e poi come successore del maestro nella Cappella musicale della Cattedrale, per diventare, infine, Maestro nella Cappella privata del Duca nel 1754. Incarico che tenne fino alla morte, sopraggiunta il 1 agosto 1772. È in questo ruolo, scrive Umberto Baldoni nel suo 'Il Maestro D. Innocenzo Gigli Musicista di Finale Emilia nel XVIII secolo', che sa farsi apprezzare "come riformatore ed esteta: perché oltre aggiungere varii altri strumenti nella Cappella di Corte, ne definì l'ordinamento, componendola: di un Direttore, dal quale riceveranno ordini tutti gli altri; di un coadiuvatore, del maestro delle funzioni di Chiesa; di un primo violino e di un primo organista, di altri tre violini secondarii, dopo quello di spalla; di un violoncello; e di un contrabbasso: di un flauto o clarino, di una tromba e di un trombone, a cui verranno poi in seguito aggiunti elementi secondari, ma sempre sulle linee direttive del Maestro Gigli. Compì la riforma scegliendo cinque alunni, che solevansi togliere dalla Congregazione di S. Filippo Neri, come cantanti, per le funzioni di Chiesa".
Fu Socio Accademico della Filarmonica di Bologna e anche di quella di Modena. "È alla sua opera – scrive ancora il Baldoni – alla quale noi dobbiamo la fondazione della 'Unione dei Musicisti e suonatori della Città di Modena' creata avanti il 1765, che, oltre al cotivare la musica, si proponeva, al pari e sulla guisa delle Confraternite religiose, di costituire un fondo per la solenne funzione annua di Santa Cecilia, oltre che per venire in suffragio delle anime dei soci. Due anni dopo fu fondata l'accademia Ducale dei 'Filarmonici di Modena', che tenne la sua prima adunanza sotto la presidenza del Gigli occupando la gioventù in trattenimenti musicali, che tutti gli anni, dopo il carnevale e durante la Quaresima, venivano dati con spettacoli e orazioni sacre".
Negli anni che vanno dal 1742 al 1746, scrisse numerose composizioni sacre, molte delle quali sono ancora oggi conservate, in partiture autografe, nell'Archivio Capitolare di Modena. Spartiti che recentemente sono stati recuperati e fatte oggetto di un importante lavoro di riscrittura. Poco meno di due anni fa queste musiche sono state riproposte in un concerto a lui dedicato, eseguito con grande successo nel Duomo di Modena.