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La sicurezza idraulica del territorio modenese posto tra i fiumi Secchia e Panaro è stato il tema dell’incontro che si è tenuto lunedì 19 dicembre a Finale Emilia, organizzato dall’amministrazione comunale di Finale Emilia, con la partecipazione di AIPo, Agenzia Interregionale per il fiume Po.
“Questo è il primo appuntamento – ha detto il sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti, salutando gli intervenuti – con cui abbiamo voluto avviare un dialogo diretto tra amministrazione e Agenzia, per avere conoscenza degli interventi in corso e confrontarci su problematiche così importanti per il nostro territorio. Nel prossimo futuro metteremo in calendario altri incontri per approfondire il tema della sicurezza idraulica”.
L’argomento su cui si è focalizzato questo primo incontro è stato introdotto da Massimo Valente, dirigente della Direzione Territoriale Idrografica Emilia Orientale, che ha spiegato come gli interventi programmati e finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, grazie all’assessorato all’Ambiente, realizzati e in corso di esecuzione nel territorio modenese siano tutti indirizzati a uniformare, da monte a valle, i livelli di sicurezza di Secchia e Panaro, elevandoli quanto più è possibile. Oggi, infatti, AIPo è in grado, grazie alla collaborazione con diverse università, di sviluppare modelli che permettono di simulare le piene e valutare come e dove intervenire per migliorare la sicurezza dei corsi d’acqua.
Stefano Parodi, ingegnere e geologo di AIPo, è poi entrato nel dettaglio tecnico, raccontando quanto è stato fatto nel corso degli anni e quanto è in programma per il prossimo futuro.
Nell’area tra Secchia e Panaro sono presenti 330 chilometri di arginature, 64 dei quali riguardano il fiume Panaro. Le due casse di espansione, una sul Secchia e l’altra sul Panaro, sono le prime realizzate in Europa e risalgono agli anni Settanta del secolo scorso.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati, in particolare, i diversi interventi eseguiti su Secchia e Panaro, evidenziando alcune delle principali problematiche alle quali si sta cercando di trovare soluzione.
Tra gli obiettivi principali c’è quello di sistematizzare la gestione della vegetazione che si trova nei fiumi, limitandone lo sviluppo e tenendola sotto controllo. Così come occorre continuare a tenere sotto controllo la fauna che scava tane negli argini. Attività che viene svolta già da tempo con il supporto di volontari e di specialisti, biologi e naturalisti. Sono in corso, inoltre, studi, in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca, per esaminare le abitudini di questi animali e capire cosa li spinge a spostarsi negli argini. Molto importante per la sicurezza del territorio sarà, infine, riuscire ad ottimizzare l’officiosità idraulica dei corsi d’acqua arretrando, dove possibile, gli argini e abbassando i piani golenali.

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Ultimo aggiornamento: 17-09-2023, 14:52