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Il libro, opera della pronipote Alberta Manni, racconta la figura di questo finalese troppo poco conosciuto.
Tenente colonnello dei Lancieri di Montebello, Alberto Guzzinati, nato a Finale Emilia il 4 maggio 1896, fu tra i protagonisti del tentativo di difesa di Roma dagli attacchi tedeschi tra il 9 e il 10 settembre 1943. Rimasto gravemente ferito, fu in seguito internato nel campo di concentramento di Fallingbostel, insieme ad altri militari italiani che non avevano voluto aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Qui, in qualità di "anziano del campo" si espose a difesa degli Imi, gli internati militari italiani, opponendosi ai soprusi tedeschi in modo inequivocabile. Tra i compagni di prigionia anche Giovanni Guareschi, l'autore di Don Camillo e Peppone, che lo ricorderà con stima in una nota sul Candido, in occasione dei suoi funerali.
Guzzinati, non fu però solo un militare d'eccezione, tanto che terminato il conflitto mondiale venne nominato comandante della Scuola di Tor di Quinto, che fece risorgere dalle rovine della guerra e riportò agli antichi fasti.
È stato anche un grande sportivo. Nei primi anni Dieci del secolo scorso fu tra i fondatori della società calcistica FBC Finale, figurando tra i firmatari dello statuto ed essendone capitano in campo.
La sua grande passione, nel tempo, diventarono però i cavalli. Ricordato nell'albo d'oro tra i cavalieri vincitori della Coppa delle Nazioni, fu anche campione di Polo. E fu proprio durante una partita internazionale di questo sport, a Roma, che morì il 17 aprile del 1948.
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Ultimo aggiornamento: 13-09-2024, 08:41