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Il quadro del Guercino raffigurante San Lorenzo in adorazione della Vergine col Bambino ha varcato questa mattina le porte del Duomo di Finale Emilia, che lo ospiterà a fianco dell'altare maggiore (la sua collocazione originaria era la Chiesa del Seminario).

È stata una piacevole sorpresa per i giornalisti accorsi stamane per la conferenza stampa di presentazione del Duomo e della cerimonia di riapertura che avverrà domenica 26 maggio alle ore 17.00, ma anche per i finalesi che, passando sul sagrato e trovando le porte della chiesa aperta, sono entrati per un rapido sguardo alla chiesa completamente ristrutturata dai danni subiti dodici anni fa, proprio il 20 maggio 2012.

Avviati il 25 marzo 2019, i lavori di ripristino con miglioramento sismico del Duomo si concludono proprio in questi giorni, alla vigilia della riapertura in programma domenica 26 maggio. L'importo complessivo delle opere, finanziato dalla Regione Emilia - Romagna grazie al Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati dal sisma, è pari a 6 milioni e 30mila euro. Soggetto attuatore dei lavori è l'Arcidiocesi di Modena - Nonantola, tramite il suo Ufficio Ricostruzione. Responsabile unico del procedimento l'ingegner Giuseppe Iadarola, direttore dei lavori l'ing. Arch. Micaela Goldoni di Politecnica. Coordinatore della sicurezza l'ing. Alberto Pelliciari. I lavori sono stati eseguiti da un raggruppamento di imprese formato da Lares di Venezia (mandataria), Alchimia laboratorio di restauro di Cavezzo (Modena) e Martini & Martini di Magnacavallo (Mantova). Tutte le opere si sono svolte sotto l'egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

I DANNI E GLI INTERVENTI

Gli eventi sismici del 2012 hanno colpito la struttura architettonica del Duomo, l'apparato pittorico decorativo e le opere artistiche interne, quali gli altari e la cantoria lignea. Fra i danni più evidenti, il crollo della porzione sommitale della facciata e della retrostante volta in legno e gesso della navata centrale, il crollo delle volte in muratura delle navate laterali, e un esteso stato fessurativo sulla volta dell'abside e lungo tutto il fusto del campanile. Fra gli interventi eseguiti, la realizzazione di un'intelaiatura metallica nella cella campanaria e la reticolazione in fibre lungo tutto il fusto che, insieme alla nuova scala in legno e all'inserimento dei nuovi impalcati, riduce la possibilità di espulsione per schiacciamento a compressione del campanile stesso. All'interno dell'abside è stato studiato un intervento che prevede elementi di rinforzo in fibra di vetro sopra le nervature estradossali e un cordolo in acciaio perimetrale. Il progetto di restauro del Duomo si è costantemente confrontato con il tema della “ricostruzione” che in alcuni casi è stata possibile grazie a rilievi geometrici o fotografici antecedenti al sisma, mentre in altri casi si è tradotta in una ricerca volta a trovare il giusto equilibrio con gli elementi superstiti. Nella ricostruzione della facciata si è voluto lasciare (sia pure mitigata) una traccia dell'evento traumatico: si è creato quindi un dialogo fra la muratura esistente e quella nuova che appaiono armonizzate, senza annullarne la differenziazione a distanza ravvicinata. In questo modo, il Duomo conserva sulla facciata un 'segno' di storia e di memoria, che non è soltanto fisico ma anche e soprattutto simbolico.

QUALCHE CENNO DI STORIA

La prima chiesa, 'antenata' dell'attuale Duomo, venne edificata già nel XIII secolo, nell'ambito della fondazione del nuovo centro fortificato di Finale. Non si conoscono le caratteristiche di questo primo luogo di culto, ma di certo, fin dalla sua costruzione, si configurò come la chiesa della Comunità finalese, che provvedeva anche agli oneri di officiatura stipendiando un cappellano. La storia conosciuta del Duomo inizia tra la fine del '400 e il primo '500, quando l'edificio originario venne ristrutturato, ampliato e alzato, con un'aula rettangolare a tre navate, un'abside semicircolare e una copertura a capriate. L'interno del Duomo risale ai lavori degli anni 1770 - 1773, con un disegno in stile barocco, opera dell'architetto ferrarese Angelo Marescotti: in quell'occasione la navata centrale venne coperta con una volta a botte lunettata. La facciata risale invece al 1807 e venne realizzata grazie al lascito dell'arciprete Giovan Battista Grillenzoni. Fino al 2002 il Duomo è rimasto di proprietà comunale e soltanto allora – con un atto ufficiale – è stato ceduto alla parrocchia.

UNO SCRIGNO D'ARTE

All'interno del Duomo sono custodite opere d'arte di enorme pregio, fra cui il Battesimo di Cristo di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, databile intorno al 1580, l' Adorazione dei Magi di Giuseppe Maria Crespi (circa 1730), lo Sposalizio di Maria, olio su tela seicentesco di Sigismondo Caula, il Crocifisso ligneo (alto un metro 86 centimetri) di esecuzione quattrocentesca che, secondo la tradizione, sarebbe giunto a Finale trascinato dalle acque in piena del fiume Panaro. Sull'altare maggiore, la tela con i Santi Filippo e Giacomo (a cui sono intitolate la parrocchia e la chiesa), opera del modenese Giovanni Mussati, risalente al 1772, È stata restaurata anche la venerata immagine della Beata Vergine delle Grazie: la statua della Madonna, in legno a tutto tondo, risale al 1603 e assunse la denominazione nel 1631, dopo l'epidemia di peste che in parte risparmiò il paese. Il ciclo di affreschi della navata centrale è stato realizzato dall'artista finalese Giuseppe Busuoli nel 1942 - 43. Fra i soggetti, l'adorazione dell'Eucarestia, la preghiera di Gesù nell'orto degli ulivi, la crocifissione.

L'ORGANO E LE CAMPANE

È stato completamente e accuratamente restaurato anche il pregiato organo che fu costruito nel 1911 dalla Casa organaria Mascioni di Azzio (Varese) che ha curato anche il suo recupero con l'ausilio dei disegni costruttivi originali. L'organo, integralmente a trasmissione pneumatico tubolare, è collocato in cantoria sopra l'ingresso principale e racchiuso in una cassa lignea. La consolle è rivolta verso la navata e comprende due tastiere di 58 tasti, placcate in osso ed ebano, e una pedaliera di 27 pedali paralleli.

La riapertura del Duomo è anche l'occasione per inaugurare ufficialmente il nuovo concerto di nove campane. Alle quattro campane che furono installate dopo la Seconda guerra mondiale (le precedenti campane erano state requisite per utilizzare il bronzo per la produzione di armi) se ne sono aggiunte cinque, realizzate presso la fonderia Capanni di Castelnovo ne' Monti (Reggio Emilia), e offerte da fedeli finalesi. Ora nella cella campanaria del Duomo, la campana più piccola (in Fa) ha diametro di 53 centimetri e pesa 84 chilogrammi, quella più grande (pure in Fa) ha diametro di 105 centimetri e pesa 6 quintali e mezzo.

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Ultimo aggiornamento: 20-05-2024, 12:14