Salta al contenuto

Contenuto

Nel corso del Consiglio Comunale di martedì, prima del dibattito - che ha visto gli interventi dei consiglieri Paolo Saletti di Fratelli d’Italia, Olao Guerra di Orizzonti Finalesi, Lisa Poletti di Progetto Democratico ed è stato concluso dal sindaco Claudio Poletti – i consulenti dell’amministrazione hanno fatto il punto sulle iniziative intraprese.

Roberto Chiono ha illustrato le relazioni che ha redatto e sta redigendo a supporto dei procedimenti amministrativi e penale, evidenziando gli aspetti relativi ai ripetuti superamenti dei valori di fondo delle CSC (concentrazioni soglia di contaminazione) e alle fuoriuscite di percolato avvenute.

Matteo Ceruti ha spiegato i due ricorsi presentati al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia Romagna, che saranno discussi il prossimo 4 dicembre. Ricorsi al TAR che riguardano, il primo, l’annullamento della determinazione dirigenziale Arpae numero 2553 del 18 maggio 2023 che assume come valori di fondo naturali quelli degli sforamenti riscontrati per alcuni metalli e, il secondo, l’annullamento della determinazione Arpae che ratifica l’approvazione dell’analisi di rischio sito specifica.

Livio Veronesi ha aggiornato sulla situazione del processo penale, che con l’udienza del prossimo 22 ottobre dovrebbe entrare finalmente nel vivo, delineando i capi di imputazione contestati ai funzionari di Feronia e di Arpae, per i quali l’amministrazione comunale si è costituita parte civile.

Nel corso del Consiglio Comunale aperto si è registrato un unico intervento da parte del pubblico. A parlare è stato Carlo Valmori di Assemblea Popolare che ha evidenziato come nel 2015 Feronia avesse eseguito un’analisi di rischio sito specifica che forniva risultati completamente diversi dall’ultima, oggetto del secondo ricorso al TAR da parte dell’amministrazione, certificando una situazione ambientale pericolosa per la salute umana.

Infine, rispondendo a una domanda specifica della consigliera Lisa Poletti, l’avvocato Ceruti ha spiegato i problemi che potrebbero essere conseguenti a un’ordinanza sindacale di chiusura dell’attività. “Lo strumento dell’ordinanza sindacale in materia ambientale esiste – ha detto Ceruti – ma per reggere alla quasi certa immediata richiesta di sospensiva da parte dei giudici amministrativi, deve essere preceduta da un’attenta istruttoria che documenti l’effettivo profilo di emergenza sanitaria, istruttoria che può essere svolta solo dall’autorità sanitaria competente. Inoltre si corre il rischio di una responsabilità patrimoniale che potrebbe essere fatta valere nei confronti dell’amministrazione comunale, con costi determinati sulla base dei mancati ricavi conseguenti ai giorni di chiusura dell’impianto”.

Per seguire la registrazione della seduta del Consiglio Comunale clicca qui

A cura di

Questa pagina è gestita da

Gestisce la comunicazione istituzionale dell'ente e i social media e la comunicazione esterna ed interna, tra cui la rete Intranet.

Via Monte Grappa 6

41034 Finale Emilia

Ultimo aggiornamento: 16-10-2024, 16:16