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Finale Emilia e Massa Finalese hanno festeggiato il 25 aprile con una folta presenza di pubblico. A Massa Finalese, prima l'intervento istituzionale del sindaco Claudio Poletti davanti al monumento ai Caduti di Piazza Caduti per la Libertà, poi il discorso del presidente di Anci Finale Emilia, Franco Malagoli, di fronte al busto che ricorda Nives Barbieri nel parco dell'omonima via.

A Finale Emilia, dopo la benedizione delle corone d'alloro in piazza Baccarini, davanti al monumento ai Caduti, nei giardini pubblici, innanzi al monumento al Partigiano, si sono ripetuti gli interventi del sindaco e del presidente di Anci, ai quali ha fatto seguito l'esibizione del coro scolastico “LA VOCE SIAMO NOI” dell’Istituto Comprensivo “E. Castelfranchi” di Finale Emilia, diretto dalla maestra Lucia Scrascia.

Le cerimonie si sono concluse con il consueto momento di raccoglimento in piazza Don Bosco, dove è collocata la stele che ricorda il ricongiungimento della 5a ed 8a Armata e la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Questo l'intervento istituzionale del sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti:

"Grazie a tutti voi che oggi, con la vostra presenza, contribuite a celebrare gli ottanta anni dalla Liberazione dell’Italia e anche di Finale Emilia dal nazifascismo, dopo 20 anni di dittatura.

Ancora oggi, dopo un centinaio di anni, ci chiediamo per quali motivi il fascismo sia riuscito ad imporsi nel nostro paese quando solo nel 1919 alle elezioni politiche, il neonato movimento dei fasci da combattimento non riuscì a raccogliere i voti sufficienti per entrare in Parlamento.

La parola che dobbiamo sempre accompagnare alla parola fascismo è crisi: furono instabilità politica e sociale, instabilità istituzionale, crisi morale, etica e culturale che insieme colpirono i valori liberali e borghesi su cui si era costruito lo Stato Unitario, che portò poi ad una crescente conflittualità sociale.

Ora, di fronte a questo scenario, il confronto con l’attualità di questo periodo è immediato: oggi essere antifascista significa comprendere e sostenere i valori che hanno fondato la nostra Repubblica, sapere che l’antifascismo è la radice da cui nascono i primi articoli della nostra Costituzione.

E si sta diffondendo nella nostra società la preoccupazione che il nostro mondo, la nostra democrazia, le nostre libertà possano essere limitate e scalfite. Il timore che 80 anni consecutivi di sviluppo e rafforzamento dei valori fondanti la nostra costituzione siano in pericolo.

Le guerre in tutto il mondo, quelle note come Israele e Palestina, Russia ed Ucraina che si sono sviluppate alle porte del nostro paese e anche quelle meno note e più lontane stanno sconvolgendo gli equilibri faticosamente trovati dopo la Seconda Guerra Mondiale, ed il mondo occidentale, compresa l’Europa, sembra impreparato a trovare soluzioni che riportino la pace fra i popoli.

Il contemporaneo imporsi di autoritarismo, della prepotenza, del culto della personalità e di autocrazie, cioè forme di governo autoritario in cui potere e decisioni sono concentrati in una unica figura che non risponde a nessun tipo di controllo, sono un altro elemento di preoccupazione e di ostacolo alla completa emancipazione dei popoli.

L’autoritarismo è il primo passo per l’affermazione delle dittature.

Ma i nostri genitori, i nostri nonni hanno lottato e perso la vita per garantire la piena realizzazione delle democrazie e delle libertà e noi oggi non possiamo sfuggire all’impegno costante della proclamazione e difesa di questi valori.

Le stime più accreditate quantificano in 60 milioni i morti della Seconda Guerra Mondiale, 43 milioni dei quali civili: bambini, anziani, donne tutti incolpevoli. Così come allora, oggi in tutte le guerre continuano a morire bambini, anziani, donne e uomini innocenti, continuiamo ad assistere a massacri e a deportazioni.

Contrariamente a quanto si crede, il Comune di Finale Emilia non è stato marginale nella Resistenza Modenese; i numeri - che attraverso uno studio dell’Istituto storico di Modena abbiamo scoperto - ci confermano che la Resistenza si impose anche a Finale e che Finale e Massa contribuirono a preparare l’Italia democratica.

Furono almeno 200 i nostri concittadini, uomini e donne che aderirono alla resistenza come combattenti e anche solo come fiancheggiatori.

E per approfondire meglio questo periodo storico abbiamo lanciato il progetto “Finale Emilia 80” realizzato con l’Istituto storico di Modena che vuole ricostruire le biografie di tutte le donne e uomini finalesi che sono stati riconosciuti partigiani o patrioti, compresi quelli caduti per la Guerra di Liberazione.

A proposito di finalesi impegnati nella lotta per la libertà, ricorre quest’anno anche l’ottantesimo anniversario della morte di Gregorio Agnini. Socialista e antifascista Consigliere comunale nel 1882, poi consigliere provinciale e Presidente della provincia, organizzatore delle prime leghe contadine e delle cooperative socialiste, primo deputato socialista nel 1891, il 24 settembre 1945 presiedette la prima seduta della Consulta Nazionale da cui prese avvio l’Assemblea costituente.

In occasione della ricorrenza della sua morte, avvenuta il 5 ottobre 1945, organizzeremo diverse iniziative per ricordarne la figura e rinnovare la memoria sui valori che hanno caratterizzato tutta la sua vita politica.

Democrazia, libertà e partecipazione sono i requisiti fondamentali per la auto-determinazione di ogni persona e anche oggi, a tutti coloro che, più o meno consapevolmente, aderiscono alle nuove forme di fascismo occorre ricordare che stanno godendo della democrazia conquistata con il sacrificio ed il sangue dei partigiani e di chi ha combattuto per la Liberazione.

Le celebrazioni del 25 aprile non sono quindi solo un rinnovare la memoria.

I giovani ucraini dopo il bombardamento sulla processione della domenica delle Palme del 13 aprile scorso, a Sumy, hanno lanciato un messaggio ben chiaro; dicono: non crediamo più alla pace, il mondo ci ha venduto.

Sono parole forti, di fronte alle quali proviamo amarezza e profondo dolore, in particolare pensando ai bambini e ai giovani, alle loro sofferenze e al loro futuro.

Ma come istituzioni democratiche e da cittadini consapevoli ed attivi dobbiamo profondere ogni sforzo per diffondere la cultura della pace, della democrazia e della solidarietà.

L’antifascismo non è un evento superato dagli anni perché la lotta fra democrazia e dittatura è ancora molto attuale; lotta per la libertà, per i diritti umani per i diritti civili e sociali; questa è la nuova lotta di Liberazione.

Noi come comuni cittadini non abbiamo il potere del denaro o il potere politico, abbiamo però il potere della parola; una parola che mette in guardia sui pericoli dell’autoritarismo e che proclama, non sommessamente, ma a gran voce, i valori universali a cui si dovrebbero ispirare tutti i governanti e tutti i popoli: la dignità della persona, di ogni persona ed il rispetto del creato.

La democrazia ha bisogno di tempo e di dialogo.

Concediamoci tempo e dialogo per essere fino in fondo costruttori di pace e condividere questi valori.

Quella pace perseguita incessantemente dal nostro Presidente Sergio Mattarella ed invocata per tutto il suo mandato da Papa Francesco che oggi tutti piangiamo con profondo dolore perché è entrato nelle nostre vite.

Costruttori di pace quindi e difensori della democrazia per il bene di tutte le comunità.

Questo l’augurio carico di speranza che faccio a tutti voi.

Buon 25 aprile a tutti.

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Ultimo aggiornamento: 25-04-2025, 17:40